Paying Digital, Living Digital:

La tecnologia è irrinunciabile nella digital way of life degli italiani,  oggi e per il futuro post Covid-19

Seconda edizione della ricerca Mastercard che descrive e racconta abitudini e trend nel rapporto degli italiani con la tecnologia, il punto di vista di consumatori ed esperti 

App di messaggistica istantanea (54,7%), e-commerce e acquisti online (48,1%) e pagamenti digitali (47%) sono in testa alla classifica delle innovazioni tecnologiche più impattanti negli ultimi 6 mesi

L’identità digitale segna un punto di svolta nel rapporto con la PA: il 77% degli italiani non ne potrebbe più fare a meno

Vantaggi per i piccoli player, comunicazione che diventa gamification; impatto dei social network: questi i trend frutto della digitalizzazione riconosciuti dagli esperti

 

Milano, 23 giugno 2021 – Complice la pandemia da Coronavirus, gli italiani sono oggi sempre più connessi e digitali, grazie alla riscoperta del ruolo abilitante della tecnologia nella vita di tutti i giorni. Questo è quanto emerge dalla seconda edizione della ricerca ‘Paying Digital, Living Digital’ di Mastercard, realizzata in collaborazione con AstraRicerche, e lanciata in occasione del Mastercard Innovation Forum 2021, l’evento annuale dedicato al futuro dei pagamenti. La ricerca ha infatti indagato il rapporto degli italiani con la tecnologia e il digitale, ponendosi l’obiettivo di individuare quali sono le nuove abitudini ‘connesse’, delineate e consolidate durante l’emergenza Covid-19 ed ora irrinunciabili, e quali sono le prospettive future in ottica di ripresa e sviluppo del Paese. L’indagine ha coinvolto, in una prima fase, un panel di 25 professionisti ed esperti di settori chiave del panorama italiano in cui il digitale sta svolgendo un ruolo rilevante (food, arte, editoria, moda, cinema), oltre ad un campione rappresentativo di consumatori a livello nazionale, in una seconda fase.

Michele Centemero, Country Manager Italia di Mastercard, ha dichiarato: “Quanto emerge da questa nuova ricerca Mastercard rappresenta un’importante conferma per il Paese rispetto alla rinnovata propensione degli italiani nei confronti del digitale, quale strumento necessario principalmente per comunicare con gli altri ed effettuare acquisti. La pandemia ha accelerato e consolidato questo percorso e i consumatori italiani sono più che pronti a a considerare il digitale un alleato per la loro vita quotidiana e un elemento cruciale per la ripresa economica e il rilancio del nostro Paese a partire da consumi e pagamenti”.

La tecnologia che ha migliorato la vita degli italiani: l’e-commerce e il nuovo paradigma dei consumi degli italiani

Il digitale caratterizza la nostra quotidianità, nella quale le innovazioni tecnologiche sono state al centro dei mesi segnati dalla pandemia e continuano ad esserlo, dimostrando che una volta testato su vari settori, il digitale è irrinunciabile. La nuova ricerca Mastercard ha indagato le preferenze degli italiani e la relazione con i principali ambiti di vita comune, dalla comunicazione alla formazione dall’intrattenimento allo shopping. Quello che colpisce è l’importanza assegnata dai nostri connazionali agli acquisti online, al primo posto tra gli ambiti della quotidianità in cui il digitale è stato protagonista negli ultimi 6 mesi, superando addirittura divertimento e passioni (rispettivamente 85% contro 70,2%).

Approfondendo poi in merito alle tipologie di innovazioni tecnologiche risultate più impattanti per gli italiani negli ultimi 6 mesi, al primo posto della top five gli intervistati indicano le app di messaggistica istantanea (54,7%), seguite subito da e-commerce e acquisti online significativi per il 48,1% degli italiani. Risultati questi che confermano come i consumi sui canali digitali e gli acquisti online non rappresentino più una tendenza temporanea, bensì un’abitudine pronta a consolidarsi, andando ben oltre il solo desiderio di intrattenimento e svago. Lo sottolinea ulteriormente il terzo posto in classifica dove si attestano i pagamenti digitali (47%), tramite smartphone e wearable, che segnano un importante cambiamento nelle consuetudini di acquisto, riconoscendo al digitale la capacità di facilitare e migliorare la quotidianità.

Al 5° posto troviamo le nuove tecnologie, come l’identità digitale, che stanno semplificando il rapporto con la pubblica amministrazione (43%), superando addirittura passioni e intrattenimento rappresentate dalle piattaforme di streaming per la visione di film e serie tv (33,6%) o per l’ascolto musicale (20,5%). Sul fondo della classifica infine e-book e le piattaforme di e-sport, trend che non hanno ancora abbracciato tutta la popolazione ma che riscuotono sicuramente successo tra i più giovani (rispettivamente 11% e 5%).

Solo per 1 italiano su 3 (33,6%) è disposto a rinunciare a queste ed altre innovazioni tecnologiche riscoperte nell’ultimo anno. Una possibilità vista con particolare pessimismo nella fascia d’età 55-65 anni, a dimostrazione del significativo impatto del digitale nella quotidianità dei più adulti. Chiedendo più nello specifico a cosa non possiamo più rinunciare in futuro, le piattaforme di e-commerce vengono indicate da oltre l’81% degli italiani, secondo solo alle app di messagistica istantanea che si confermano stabili in vetta alla classifica (87,6%).

Italiani e tecnologia: il mobile è il device preferito

Secondo i dati emersi dalla ricerca effettuata a giugno, quando si parla di digitale negli ultimi 6 mesi, gli italiani non hanno dubbi: smartphone e telefonino sono al primo posto fra i device tecnologici per oltre la metà dei nostri connazionali (51,1%), sorpassando di gran lunga il computer (23,4%) e i tablet (3,6%) che in passato avevano guidato la rivoluzione digitale. Positivo anche l’interesse per il televisore, indicato come device tecnologico dal 6.2% degli italiani, complice anche il periodo di pandemia che ci ha visti vivere maggiormente gli ambienti di casa. E infine orologi (2.2%) e fotocamere (1.4%), oggetti rappresentativi di alcune importanti passioni degli italiani.  

Guardando agli scopi di utilizzo della tecnologia nel periodo di pandemia, non stupisce che il motivo principale che caratterizza il rapporto quotidiano degli italiani con essa si conferma essere quello relazionale, ovvero di strumento per comunicare con gli altri attraverso chat, messaggistica istantanea, social media e videochiamate/telefonate (complessivamente per il 32% del campione), ma è sempre più sentita la necessità di utilizzare i device per fare acquisti, effettuare pagamenti e online banking (al secondo posto in classifica, per un totale pari a circa 18%).   

Digital retail e piccoli esercenti

La digitalizzazione del retail rappresenta un driver importante nella scelta degli acquisti per il 68% degli italiani. Tra i servizi tecnologici, infatti, a cui si attribuisce il maggior peso nella scelta dei negozi in cui effettuare i propri acquisti, sono ancora una volta i pagamenti i protagonisti: gli italiani premiano la possibilità di effettuare pagamenti digitali in store (40,4%). Seguono poi la presenza di un sito web completo e facilmente navigabile attraverso cui conoscere l’offerta (39,5%) e un servizio di e-commerce con consegna a domicilio (37,8%). Attirano l’attenzione dei consumatori anche tutti i servizi digitali capaci di migliorare la customer experience online o nel negozio fisico come per esempio le chat online attraverso cui dialogare in tempo reale con l’esercente (30%), le visite virtuali in negozio (27%), l’utilizzo dei canali social (23%), fino alla possibilità oggi sempre meno avveniristica di un negozio totalmente automatizzato (19%).  

Con il diffondersi della pandemia, inoltre, abbiamo assistito ad una rinnovata sensibilità e vicinanza degli italiani verso la comunità di appartenenza, che si traduce in un ritorno al localismo nei consumi. Scelti principalmente per il rapporto umano che li caratterizza (43,5%), il sostegno al territorio (38,8%) e la cura al cliente (37,5%), i piccoli esercenti hanno ritrovato la loro attrattività diventando protagonisti di un vero e proprio trend di acquisti di prossimità e quartiere.

Anche in questo ambito, però, gli italiani riconoscono alla tecnologia un ruolo chiave nel favorire e accelerare il processo di recovery. La diffusione e la valorizzazione di un e-commerce locale che coinvolga i piccoli esercenti e le PMI alla base del tessuto economico italiano è riconosciuto da 1 italiano su 3 come un aspetto fondamentale nella ripartenza economica.

Italiani e Pubblica Amministrazione, l’identità digitale come elemento di svolta

Tra le innovazioni tecnologie che hanno avuto un maggior impatto sulla vita degli italiani negli ultimi 6 mesi, per quasi la metà dei nostri connazionali (43,1%) troviamo l’Identità Digitale nel rapporto con la pubblica amministrazione, elemento di interesse condiviso uniformemente tra le diverse fasce d’età, dai 25 ai 65 anni (con valori che oscillano tra il 41% e il 47%). E se si pensa al futuro, oltre il 77% degli italiani non ne potrebbe più fare a meno.

Tra i servizi pubblici digitali da mantenere o rafforzare gli italiani segnalano: l’opportunità di svolgere pratiche a distanza (50%), di gestire le prenotazioni ed evitare le file negli uffici pubblici (48%) e la possibilità di visualizzare la propria situazione e il proprio storico direttamente dal web (48%). Queste nuove modalità di interazione nel rapporto con i servizi pubblici sono viste con particolare interesse dagli italiani più adulti (55-65 anni) ad evidenziare come anche questa generazione sia attratta dai vantaggi legati alla digitalizzazione sempre più protagonista della quotidianità.   

Opportunità e prospettive del digitale secondo gli esperti

Lo scenario del mondo digitale delineato dagli esperti evidenzia tre trend attuali molto chiari: i player più piccoli del mercato avranno i maggiori vantaggi; la comunicazione diventa intrattenimento e gamification; l’impatto dei social network come strumento di business e connessione con i consumatori.

Le potenzialità del digitale per i “piccoli” sono interessanti e forti, ma spesso non ancora pienamente colte. Il ridotto costo di accesso alla rete consente anche ai più piccoli produttori/creators di ambire a una visibilità elevata e qualificata. Il solo limite sembra essere dunque una questione di cultura del mezzo (manca ancora la giusta consapevolezza della sua rilevanza, la conoscenza di come utilizzarlo al meglio e di quali scelte fare a livello di canali). Secondariamente, troviamo la comunicazione: sempre meno diretta solo a vendere o a ottenere rapidamente un miglioramento dell’immagine, bensì promotrice di un’ibridazione tra il mostrare i prodotti e l’offrire esperienze ludiche. Ne sono esempi le presentazioni – fisiche ma soprattutto on line – di libri e di opere d’arte che diventano più un ‘racconto’ dell’autore, della sua personalità, delle sue idee. Oppure, nella moda, uno degli ultimi trend legato al dialogo reciproco con il mondo dei videogiochi.

I social network, poi, sono sempre più l’ambiente dove il cittadino si informa in misura crescente, ma sono anche l’agorà virtuale dove il consumatore fa sentire la propria voce, diventando – volente o nolente – ambassador di un brand, di una ‘buona causa’, di un’idea o, anche, suo detrattore.

E con uno sguardo al futuro, cosa può portare il digitale secondo gli esperti intervistati? A un rapporto sempre più diretto con il consumatore e alla personalizzazione dell’esperienza. Dalla vendita online live (anche one-to-one) dei prodotti, alla personalizzazione degli stessi che vengono consegnati tramite servizio di delivery direttamente in casa, alla esperienza ‘senza guida’, ma libera, di visita virtuale di un museo o di una esposizione temporanea d’arte. Ma non solo: nel mondo dell’arte e in quello della moda crescerà l’uso degli Non-Fungible-Token, token crittografici che propongono qualcosa di unico che esiste sono in digitale, garantito al massimo livello, finanche a risultare non replicabile ed esclusivo.

Infine, significativa è la maggiore inclusione determinata dal digitale. Un’inclusione che considera il consumatore, raggiungibile in modo più facile, veloce e diretto, ma anche i produttori, soprattutto se piccoli. L’arte digitale non ha bisogno di spazi fisici tradizionali, e quella fisica può essere comunicata anche da chi non appartiene ai consueti canali di comunicazione e commercializzazione delle opere; nella moda avviene lo stesso. Nel cinema la possibilità di lavorare a distanza consente anche alle eccellenze italiane di farsi strada nel settore ipercompetitivo e dominato da altri Paesi. Nel food si aprono possibilità di visibilità, comunicazione efficace e valorizzazione anche per i piccoli attori di filiera portatori di eccellenze spesso sconosciute.

Photo of Giuliana Abbate
Giuliana Abbate, Communications Italy and Western Europe

Contatti

Edoardo Grandi, Omnicom PR Group
Sara Festini, Omnicom PR Group
Ludovica Marchese, Omnicom PR Group
Marco Alocci, Omnicom PR Group

Nota metodologica

La ricerca è stata condotta su un campione di 1.213 intervistati 15-65enni a livello nazionale – secondo la struttura della popolazione italiana per genere, età, area di residenza – nel periodo 5-7 giugno 2021.

Ricerca qualitativa tramite 25 interviste telefoniche di durata compresa tra i 30 e i 75 minuti a soggetti rappresentativi dei settori food, arte, editoria, moda, cinema  (imprenditori, dirigenti, esperti, operatori professionali): Giulio Base (regista e attore), Daniele Brolli (scrittore, illustratore, fumettista), Marco Caruccio (fashion editor), Francesco Castelnuovo (giornalista), Francesca Chiocciolini (Michele Chiocciolini & Co.), Luca Contieri, Domitilla Dardi (Curatore Museo Maxxi Roma), Vittorio Maria De Bonis (storico dell’arte), Daniele Di Gennaro (fondatore di Minimum Fax), Sara Ferraiolo (Slow Food), Marco Figini (publisher Magazzini Salani), Andrea Fornasiero (critico cinematografico e autore), Sabino Frassà (Direttore Artistico Cramum), Andrea Gaspar (direttivo Camera della Moda), Fabio Guarnaccia (scrittore, saggista), Angelo Guerini (editore), Marco Lodoli (scrittore), Annamaria Malato (presidente AIP (Associazione Italiana Piccola e Media editoria), Aurora Mazzucchelli (chef JRE), Leonardo Romanelli (critico enogastronomico), Adriana Santanocito (founder di OHOskin), Iole Siena (Presidente Gruppo Arthemisia), Anna Zinola (docente e ricercatrice), Daniele Zoico (co-fondatore Blauer Hase), Carlo Galli (creative designer)

Mastercard

Mastercard (NYSE: MA), www.mastercard.com

Mastercard è un’azienda tecnologica internazionale che opera nel settore dei pagamenti. Il nostro obiettivo è quello di creare connessioni e promuovere un’economia digitale inclusiva della quale tutti possano beneficiare, ovunque si trovino, grazie a transazioni sicure, semplici, veloci e accessibili. Potendo fare affidamento su dati e reti sicure, sulle partnership e sulla passione, sui nostri prodotti e soluzioni, aiutiamo consumatori, istituti finanziari, governi e aziende a raggiungere il loro massimo potenziale. Il nostro quoziente di rispetto per i valori umani guida la cultura aziendale e tutto ciò che facciamo all’interno e all’esterno dell’azienda. Con la presenza in oltre 210 paesi e territori, stiamo costruendo un mondo più sostenibile che offra opportunità priceless per tutti.

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